Serie A 12ª giornata: Roma in vetta, il Milan domina il derby, Napoli in ripresa e Juventus ancora troppo piatta

Scritto il 24/11/2025
da Sporteaker Team


La 12ª giornata di Serie A 2025/26 consegna una nuova capolista solitaria: la Roma di Gian Piero Gasperini, che espugna Cremona e si ritrova in cima alla classifica per la prima volta dopo oltre dieci anni. Un turno ricchissimo di spunti: il Milan di Allegri conquista un derby pesantissimo, il Napoli reagisce con personalità, la Juventus inciampa ancora, l’Inter conferma le difficoltà nei big match e il Torino vive un crollo fragoroso nel Monday Night.

Dall’altra parte della classifica, il Verona sprofonda all’ultimo posto, mentre Bologna continua a stupire e a sognare in grande. Come ogni settimana, ecco l’analisi completa di ciò che è successo.

Roma, una vetta che mancava da un decennio

La Roma di Gasperini si gode una serata storica: i giallorossi tornano primi in solitaria dopo 10 anni e 26 giorni. L’ultima volta era successo nell’autunno 2015 con Rudi Garcia.
E per ritrovare la squadra al comando dopo 12 turni bisogna addirittura risalire alla stagione 2013/14.

Contro la Cremonese è un successo brillante e corale: Soulé in formato trascinatore, Wesley devastante sull’esterno, Ferguson ritrovato e un gruppo che, pur privo di Dovbyk e Dybala, dimostra maturità e continuità. La Roma sogna e si prepara ad accogliere il Napoli campione d’Italia in uno scontro diretto già cruciale.

Il Milan si prende Milano: Allegri lancia la candidatura al titolo

C’è modo e modo di vincere un derby, e quello del Milan arriva nel momento perfetto per dare peso alle ambizioni stagionali. I rossoneri superano l’Inter con una prestazione solida, cinica e pienamente dentro lo spirito Allegriano: blocco compatto, difesa in serata monumentale e giocate decisive dei singoli.

Maignan è semplicemente fenomenale, Pulisic è il solito sicario nelle gare che contano. Il Milan scavalca i nerazzurri, si porta a un solo punto dalla Roma e manda un messaggio forte: la squadra ha un’identità chiara e può puntare al bersaglio grosso.

Bologna: la squadra che sembra un sogno ma è realtà

Il Bologna di Italiano continua a stupire. Il 3-0 di Udine, nonostante un rigore sbagliato, racconta di una squadra brillante, libera e ormai pienamente consapevole delle proprie possibilità.
Con 24 punti in 12 giornate, il club registra il miglior avvio nell’era dei 3 punti a vittoria, superando il record del 2002/03.

Italiano non mette limiti: lo spirito è quello di chi sa di essere dentro un grande momento, quasi incredibile, come una scena onirica. Ma la classifica dice che il Bologna è lì, attaccato alle zone più nobili, e non ha intenzione di svegliarsi.

Il Napoli reagisce: Lang e Neres ribaltano l’Atalanta

Antonio Conte, reduce dalla settimana turbolenta post-sconfitta a Torino, ritrova un Napoli rigenerato. La vittoria per 3-1 contro l’Atalanta porta la firma della nuova coppia d’ali Lang-Neres, imprendibili e determinanti.

In attesa del rientro di Lukaku, i campioni d’Italia rispondono nel modo migliore alle critiche e mostrano che la qualità per restare nelle zone alte c’è eccome. Liquidarli dalla corsa scudetto adesso sarebbe decisamente prematuro.

Lazio in crescita costante

La squadra di Sarri batte il Lecce, mantiene la porta inviolata e sale a quota 18 punti.
Gli infortuni di Castellanos, Cancellieri e Rovella hanno complicato il percorso, ma la Lazio sta ritrovando ritmo e fiducia: tre successi nelle ultime cinque gare e soprattutto una struttura di gioco sempre più evidente. La risalita è appena iniziata, ma è concreta.

Juventus: troppe pause, poche certezze

Il pareggio di Firenze racconta la solita Juventus di questo periodo: un’illusione iniziale con il gol di Kostic, poi un rapido ritorno alla normalità. Mandragora pareggia a inizio ripresa, e per il resto bianconeri appiattiti, incapaci di aumentare il ritmo, ancora senza veri leader tecnici o caratteriali.

La squadra fatica a cambiare marcia, a imporsi, a trovare continuità di prestazioni. Con questo andamento, l’obiettivo delle prime quattro rischia di complicarsi molto presto.

Inter: nei big match non basta creare

La sconfitta nel derby conferma un trend preoccupante per l’Inter di Chivu: tre sconfitte in quattro big match (Juventus, Napoli, Milan) e la sola vittoria all’Olimpico con la Roma.

Contro il Milan i nerazzurri costruiscono, colpiscono due legni, sbagliano un rigore e si divorano diverse occasioni. Ma alla fine crollano di nuovo. Per una squadra che punta allo scudetto, il rendimento negli scontri diretti è un fattore decisivo, e finora è insufficiente. Servirà un filotto positivo nelle prossime gare per non perdere contatto.

Udinese e Cremonese: il crollo è evidente

Entrambe avevano iniziato bene, ma ora sono in caduta libera.
L’Udinese ha perso tre delle ultime quattro, la Cremonese addirittura tre consecutive. Bologna e Roma hanno mostrato una differenza netta in campo, in termini tecnici e fisici. Runjaic e Nicola devono intervenire rapidamente: le prossime trasferte, rispettivamente a Parma e Bologna, sono già quasi spartiacque.

Pisa: la gestione dei vantaggi è il grande problema

Per la quarta volta su dodici giornate il Pisa si fa rimontare.
Atalanta, Milan, Torino, Sassuolo: otto punti persi da situazioni di vantaggio, troppi per una squadra che punta alla salvezza serena e magari anche a togliersi qualche soddisfazione. La prestazione è spesso positiva, la serie utile ora arriva a sei partite, ma per fare davvero il salto servirà maggiore maturità nei finali.

Verona in crisi totale

La sconfitta interna con il Parma, firmata dalla doppietta di Pellegrino, fa scivolare il Verona all’ultimo posto.
È la terza volta nella storia che l’Hellas non vince nessuna delle prime 12 partite di Serie A: le due precedenti si sono concluse con la retrocessione. Il dato è preoccupante e racconta di una squadra senza identità e senza punti di riferimento.

Torino, notte da incubo

Il 1-5 casalingo contro il Como è un crollo fragoroso.
Dopo un primo tempo dignitoso, il Torino di Baroni si scioglie completamente nella ripresa, senza trovare una sola contromisura allo strapotere tecnico dei lombardi.
La contestazione dei tifosi è inevitabile. Le assenze di Simeone e Adams sono un alibi minimo: serve una scossa immediata, perché la trasferta di Lecce può diventare ancora più pericolosa.